Contributors: Luca Sburlati
Luca Sburlati, CEO Pattern SPA
MU32: le interviste a opinion leaders del settore su tematiche fondamentali per la filiera
"Gli artigiani tecnologici devono essere paladini della sostenibilità vera"
Luca Sburlati
In questo anno di profondi cambiamenti, quanto il digitale ha favorito e sostenuto lo sviluppo del suo lavoro? E quanto lo ha sfavorito?
Il digitale ha semplicemente supportato attività che, fino a quel momento, erano svolte in maniera fisica.
Questo è avvenuto in particolare sulla fase che riguarda la prototipia delle pre-collezioni e delle sfilate attraverso lo sviluppo del 3D.
In questo modo la progettazione 3D è diventata ad oggi in Pattern una vera e propria linea di business, facendo in pochi mesi un salto in avanti di svariati anni in termini ricerca e sviluppo.
In che modo Il digitale può affiancare e supportare la creatività?
Il digitale può avere un impatto positivo rilevante sulla fase di ingegnerizzazione dei capi, il momento appena successivo a quello della creatività e del design.
L’ingegnerizzazione può infatti beneficiare grazie all’uso delle tecnologie di modellistica avanzata di un’accelerazione in termini di tempi, azzerando o riducendo le movimentazioni fisiche dei primi prototipi.
Mentre quindi l’ingegnerizzazione può essere supportata dal digitale, la fase creativa che la precede resta di competenza unica dell’uomo.
In quale ambito, secondo lei, la tecnologia ha cambiato veramente la filiera del sistema moda? Qual è l'area aziendale che potrebbe incontrare maggiori vincoli con la digitalizzazione?
È evidente che la tecnologia ha cambiato nettamente il processo di acquisto dei clienti finali del lusso, portando ad una disintermediazione del rapporto brand-cliente finale.
La possibilità data dal digitale di parlare direttamente e in tempi immediati ai propri clienti ha infatti permesso a molti brand di uscire dalle logiche dei calendari delle sfilate e delle settimane della moda, creando quindi un rapporto costante e diretto con la propria comunità di clienti e follower.
In questo senso probabilmente tutti i lavori di intermediazione in ambito moda dovranno cambiare pelle velocemente per non scomparire
Il processo tecnologico può essere una leva per generare nuovi comportamenti sostenibili?
I comportamenti possono essere coadiuvati attraverso informazioni date in tempo reale e relative a tutto il processo di filiera.
Spiegare al cliente finale da dove vengono i materiali, dove sono stati lavorati e con che “effort” attraverso procedure misurabili non è soltanto più un’opportunità, ma, credo, un dovere per tutti quelli che lavorano nella filiera.
Pensa che la digitalizzazione possa diventare un'alleata della sostenibilità e che ne agevoli i processi?
Certamente. Anche solo guardando il nostro settore, la tecnologia permette di progettare capi minimizzando sfridi e left over di materiale. A questo si aggiunge il supporto nella fase di ingegneria che permette di ridurre al minimo i movimenti fisici e i consumi che ne derivano nella fase progettuale.
La tecnologia da sola non è in grado di creare cambiamento e crescita diffusa. L'artigianalità come tradizione, la ricerca come fonte di innovazione, le competenze e la formazione per la trasmissione, sono il vero patrimonio da preservare. E' corretto affermare che tali valori determinano, di per sè, comportamenti sostenibili e, pertanto sono imprescindibili dalle relazioni reali?
I valori dell’artigianalità e della trasmissione del sapere sono imprescindibili nel nostro settore
I valori dell’artigianalità e della trasmissione del sapere sono imprescindibili nel nostro settore, in quanto preservano le tradizioni del “saper fare” italiano laddove nessuna tecnologia può arrivare.
È chiaro però che questi valori devono essere messi a fattor comune con l’innovazione di processo, in modo da produrre un effetto combinato virtuoso ed efficace.
Gli artigiani tecnologici devono essere paladini della sostenibilità vera.
La sfida oggi per le nostre aziende e quella di spostarsi dal concetto di “raccontare la sostenibilità” a diventare realmente aziende ESG, che significa sapersi misurare sulla sostenibilità, fare piani di miglioramento e investire.
Come si è orientato all'interno delle fiere e degli eventi digitali?
Sono stati sicuramente un modo per mantenere legami necessari in un momento emergenziale.
Manca fortemente però la fase fisica, così importante per un prodotto come il nostro che, alla fine, è manifatturiero e vive di fisicità.
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