De-carbonizzazione
Cosa significa e perché è importante per le imprese tessili
La decarbonizzazione è il processo di riduzione o azzeramento delle emissioni di anidride carbonica (CO2), uno dei cosiddetti gas a effetto serra.
Dalla rivoluzione industriale in poi la crescita economica si è basata sulla disponibilità di energia a basso costo derivata da fonti fossili: carbone, petrolio e gas, giacimenti che si sono formati milioni di anni fa per la decomposizione di piante e altri organismi. Il loro utilizzo come combustibili o materiali determina il rilascio in atmosfera della CO2 che hanno assorbito durante la loro vita, in pratica “scaricando” nell’atmosfera di oggi, quanto hanno assorbito dall’atmosfera di milioni di anni fa, un problema non da poco se si considera che l’aumento di CO2, è tra i principali imputati della tendenza all’innalzamento delle temperature medie sul pianeta.
Nel 2015, con il trattato di Parigi, 189 paesi hanno assunto l’impegno di ridurre le emissioni di gas serra per contenere l’aumento delle temperature medie globali a non più di 2 gradi, con l’obiettivo avanzato di restare al di sotto di +1,5°, rispetto ai livelli precedenti allo sviluppo industriale. Va ricordato che nel 2017, il presidente degli Stati Uniti Trump ha annunciato il ritiro degli Stati Uniti dall'accordo fissato per novembre 2020.
Anche la moda si è mossa con decisione su questo tema, gli oltre 60 grandi marchi internazionali della moda che hanno aderito al Fashion Pact, presentato nel 2019 in occasione del G7, si sono dati come obiettivo di essere “carbon neutral” entro il 2050. L’espressione “carbon neutral” significa per un’azienda avere emissioni nette di gas serra pari a zero.
Per un’azienda, la via maestra per la carbon neutrality è la riduzione in assoluto delle proprie emissioni, scegliendo energie rinnovabili, ottimizzando la logistica e anche riducendo le emissioni da parte della propria supply chain. È per questo che i fornitori dei marchi che adottano impegni di carbon neutrality riceveranno richieste di informazioni sulle emissioni di gas serra e di adottare fonti energetiche, processi produttivi e materiali che implicano minori emissioni.
La nozione di emissioni nette apre un ulteriore percorso verso la carbon neutrality, che è oggetto però di molte controversie. È la cosiddetta “compensazione” attraverso il finanziamento di progetti di riduzione delle emissioni di altri. Un caso tipico è il finanziamento di progetti di riforestazione secondo l’equazione: più piante = maggiore assorbimento della CO2 presente in atmosfera. Questi progetti possono tradursi in “carbon credits” (certificati di riduzione delle emissioni) che possono essere scambiati sul mercato. Un’azienda che non è in grado di ridurre le proprie emissioni assolute, può ridurre le proprie emissioni nette acquistando “carbon credits” secondo la formula: emissioni nette = (emissioni dell’azienda) - (volume di CO2 risparmiato dal soggetto che gli ha venduto il “carbon credit”). Questa soluzione è accettabile per raggiungere le Zero emissioni nette dopo che si è fatto ogni sforzo per ridurre le emissioni proprie e della filiera. Lo è molto meno come strumento principale di carbon neutrality.