La filiera della moda e la difesa della biodiversitÃ
Perché ogni specie sulla terra è importante?
Con la parola biodiversità si intende molto più di un generico richiamo alla natura e alla necessità di difenderla. La biodiversità è la varietà delle specie sul pianeta e la diversità genetica all'interno di ciascuna specie. Ogni specie contribuisce a mantenere e riprodurre un ecosistema più ampio e in ultima analisi la vita sulla terra. La perdita di biodiversità riduce la capacità di ciascuna specie di adattarsi ai cambiamenti del proprio ambiente. Ha quindi a che fare con l’insieme di quei delicati equilibri biologici e la straordinaria convivenza tra forme organiche ed inorganiche che sono alla base della vita. Alterare questo delicato equilibrio purtroppo non è difficile, talvolta con “effetti domino”, come insegnano i rischi di mancata impollinazione di piante importanti per l’alimentazione umana, a causa dell’uso intensivo di pesticidi che provoca la moria di insetti vitali come le api.
Cosa c’entra tutto ciò con la moda?
La crescente domanda di alcuni materiali specifici, dalle fibre tessili alla pelle, spinge la crescita della produzione di materie prime. Si utilizza sempre più suolo per la coltura intensiva del cotone o per il pascolo di bovini e greggi disboscando intere aree forestali, secondo la ONG Canopy , la moda contribuisce in modo significativo alla deforestazione globale con circa 150 milioni di alberi abbattuti ogni anno per essere trasformati in filo e tessuti cellulosici, come la viscosa. Contemporaneamente crescono i consumi di acqua e la contaminazione di suoli e falde acquifere a causa dell’uso intensivo di sostanze chimiche: concimi di sintesi, diserbanti, pesticidi.
L’uso crescente di fibre man made nella produzione di articoli tessili, il loro lavaggio, ma anche lo sfregamento dei capi durante l’uso, contribuiscono alla formazione di microplastiche che entrano poi nella filiera alimentare.
Non è un caso che la biodiversità sia un tema importante nelle strategie europee a partire dal Green New Deal e sia oggetto dell’obiettivo n. 15 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile in cui si ribadisce l’impegno a proteggere, ripristinare e promuovere l'uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e invertire il degrado dei suoli e fermare la perdita di biodiversità.
Molti marchi della moda hanno inserito il tema della biodiversità nella proprie strategie e nei bilanci di sostenibilità. Un impegno che si declina nella scelta di preferire materie prime tessili, ma anche pellami, legno, corno, metalli, provenienti da filiere a basso impatto ambientale: da colture biologiche o rigenerative, da allevamenti controllati, da foreste gestite in modo responsabile.
Una richiesta che i produttori di tessuti ed accessori raccolgono come dimostrano i dati relativi a Milano Unica. Durante l’edizione di Milano Unica di luglio 2022, si è registrata infatti una crescita delle imprese espositrici che partecipano all’area sostenibilità ed è interessante notare che oltre il 40% di queste utilizza materiali da agricoltura biologica, mentre il 31% privilegia materie prime a base di cellulosa proveniente da foreste gestite responsabilmente.
Certo molto è ancora da fare ma la crescente attenzione al tema da parte dei brand influenza la domanda e le scelte dei fornitori ‘a monte’ sempre più orientati a privilegiare materiali certificati e provenienti da filiere tracciate. E tutto questo non può che far bene all’ambiente e alla moda.